Intervista a Nadia Peviani

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Lei ha avviato un percorso imprenditoriale e ha scelto di creare un’azienda che rispecchiasse il suo modo di lavorare. Dove è nato il suo desiderio?
Ho fatto questa scelta a causa della mia fondamentale idiosincrasia per i rituali aziendali. A questa si sono aggiunte la grande passione per il lavoro che facevo e l’idea che lo sviluppo potesse realizzarsi solo lavorando con un respiro internazionale. A metà del 1994 ho iniziato il mio percorso imprenditoriale e, a riprova del fatto che la mia intuizione era giusta, a gennaio 1995 è nata l’Emea, European Medicines Evaluation Agency, l’Agenzia Europea del Farmaco che ha dato una dimensione internazionale a tutta la nostra attività. A qualcuno sembrò un azzardo, ma i fatti mi hanno dato ragione; un pizzico di fortuna e lo spirito di sacrificio hanno fatto il resto. Oggi lavoriamo su tre fronti: formazione, servizi regolatori e business development; per ognuno di questi settori operiamo con partner esteri. Per la formazione rappresentiamo il Forum Institut für Management di Heidelberg in Germania; per i servizi regolatori siamo membri di un network regolatorio europeo, Regulanet R+, che ci consente di poter assistere i nostri clienti in ogni parte del mondo; per il business development lavoriamo con una società in Inghilterra che ci permette di avere contatti con Usa, Cina, Giappone e India. Tutto questo vuol dire affrontare ogni giorno delle sfide: questo era il modello aziendale che volevo costruire e che è diventato realtà.

Mi conferma quindi che per raccogliere dei frutti bisogna comunque sacrificare un po’ di vita personale?
In parte sì. Ma non vorrei dare l’impressione di essere una persona che è stata completamente assorbita dal proprio lavoro. Ho sempre avuto molte amicizie, ho cercato sempre di trovare il tempo da dedicare alle persone che amo e tra poco mi sposo. Certo, rinunce ne ho fatte parecchie.

È importante allora avere un progetto di vita, sapere quello che si vuole. Specialmente a livello manageriale, se si hanno figli, si calcolerà che, se si vuole seguire anche la famiglia, non si potrà mai aspirare ai gradini più alti della carriera…
Dal mio punto di vista è un po’ diverso, perché l’azienda l’ho fondata io. Io non ho avuto figli, ma non certo a causa del lavoro. I miei figli sono stati i giovani che ho fatto crescere professionalmente; un principio che ho cercato di seguire in tutti questi anni: ho sempre assunto persone giovani, le ho formate. Ad esempio, ho puntato alla partnership con il Forum Institüt di Heidelberg poiché mi consentiva di fare formazione continua a costo zero per i miei collaboratori. E, come qualsiasi madre, quando i miei ‘figli aziendali’ se ne sono andati ho sofferto; ma vederli andare a occupare posti di rilievo in altre aziende era anche motivo di orgoglio. Quando hanno spiccato il fatidico ‘volo’, non mi sono mai risentita, anzi: è sempre stata una soddisfazione. Un riconoscimento al lavoro mio e di tutto il mio team.


 

Nadia Peviani, laureata in Biologia, inizia la sua attività nel 1975 presso il laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale San Carlo di Milano. Dopo un’esperienza di 8 anni presso I.S.F., dove arriva a ricoprire il ruolo di Capo del dipartimento di Planning Operativo, diventa dirigente presso l’Industria Chimica Poli. Passa poi in SmithKline Beecham, Italfarmaco e Fidia, dove ricopre il ruolo di Direttore Regulatory Aff airs. Nel 1994 fonda Temas, una società specializzata nel fornire servizi in ambito regolatorio, formazione e consulenza strategica alle aziende che operano nell’area salute. Svolge attività di docenza ed è membro di parecchie associazioni del settore.

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