Intervista a Marella Caramazza

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Il sostegno della famiglia, la condivisione dei progetti si rivelano fondamentali… Certamente. La disponibilità del compagno verso le tue scelte è fondamentale. Non dobbiamo però trascurare anche il ruolo delle famiglie di provenienza. Io ho avuto la fortuna di avere un madre che mi ha sempre incoraggiata a vivere la mia dimensione professionale. Quando ho vissuto momenti di crisi è stata lei a sostenermi, sempre, confortandomi sul fatto che i figli capiscono le nostre assenze e forse non pretendono nemmeno tutte le rinunce che noi saremmo disposte a fare.

Lei è stata fortunata: non sempre la famiglia è così incoraggiante…
Infatti conosco donne rimproverate dalle madri perché fanno tardi, colpevolizzate dalla famiglia per il fatto di delegare i lavori di cura. Un contesto simile genera enormi sensi di colpa. È umano averne, ma vanno gestiti. Non da sole, però. Bisogna interiorizzare il fatto che la conciliazione, la cura dei figli, della casa e magari dei genitori anziani, non è un problema che riguarda solo la donna. È un problema del nucleo familiare. E anche della società intera: perché se le aziende favorissero maggiormente la conciliazione, se si prevedessero come in Francia servizi di baby sitting certificato, tutto sarebbe più semplice.

La sua ricetta?
Il tema è complesso. Ci sono nel nostro Paese risorse femminili che vorrebbero mettere al servizio della comunità il proprio talento, ma non è dato loro di farlo per vincoli diversi. Ci troviamo di fronte a un mix di prospettive individuali, familiari, organizzative e sociali. Tutti i livelli di queste sfere sono implicati. Ma se una donna si trova veramente al bivio, io le suggerirei di non rinunciare. Con coraggio e determinazione i problemi si superano. Come si dice, i figli crescono, nonostante i genitori…


 

Marella Caramazza, laurea in Economia e specializzazione in Social Sciences. “Strategy Design in the Flat World – Profiting from Uncertainty” presso la Wharton Schooldi Philadelphia. Direttore Generale della Fondazione ISTUD, studiosa e docente di organizzazione ha dedicato tutta la sua carriera professionale allo studio e all’implementazione di cambiamenti culturali. In particolare, negli ultimi anni ha concentrato la sua attenzione sui meccanismi di affermazione di culture aziendali orientate alla sostenibilità e alla responsabilità sociale di impresa. I suoi studi su questi temi sono stati pubblicati e presentati in diverse conferenze internazionali. Sposata e madre di due figli, Claudia (15 anni) e Alessandro (13 anni).

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