La simpatia del leader

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La simpatia è inversamente proporzionale al successo, più ne hai meno piaci. Se sei donna, ovviamente. Perché per gli uomini è l’esatto contrario. Questa la tesi che Sheryl Sandberg ha esposto al World Economic Forum di Davos. Possiamo riflettere insieme su questo fatto e ragionare se condividiamo la tesi della chief operating officer di Facebook. Un uomo di potere suscita ammirazione e simpatia mentre una donna molto meno. Forse perché la donna per conquistare una posizione elevata nella gerarchia aziendale si traveste spesso da maschio, risultando così antipatica sia agli uomini sia alle donne (e anche a se stessa, mi permetto di aggiungere). Ma il punto secondo me è un altro. Nelle condizioni economiche in cui ci troviamo ha senso discutere se un leader sia simpatico o meno? Se sia donna o uomo? Abbiamo bisogno di manager capaci di gestire business in contesti complicatissimi, leader che sappiano vedere il futuro delle imprese che guidano. Che siano simpatici o antipatici, francamente, chissenefrega. 

Comments (5)

  • Concordo pienamente con la conclusione: abbiamo bisogno di manager capaci di vision!
    Sulla tesi di Sheryl Sandberg ho molte perplessità. Se davvero gli uomini di successo avessero sempre suscitato simpatia non si spiega perché nella tradizione ebraico-cristiana ci sia questo comandamento “non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo”. Fin qui il libro dell’Esodo. Si potrebbe benissimo aggiungere e completare: “…alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo” di successo!
    Per dire che il comandamento è in realtà una proibizione esplicita dell’invidia per il successo degli altri!

  • Concordo sul fatto che c’e’ bisogno di leader e di manager capaci, punto. Non sono molto d’accordo con Sheryl Sandberg.

    Sul tema donne sono convinta che siamo noi stesse talvolta nell’ambiente lavorativo ad avere atteggiamenti discutibili, volendo assomigliare agli uomini a tutti i costi anche quando non serve.

  • In realtà penso che più che simpatiche ci è chiesto di essere compiacenti.

    E’ accettabile che facciamo carriera, ma non troppo, se siamo compiacenti, ma se dimostriamo di essere rigorose e preparate, passiamo per rigide e arroganti.

    Anche il comportarsi da uomini è una modalità “compiacente” perchè rinunciamo alla nostra diversità, che è una ricchezza, per essere accettate nel mondo del lavoro che è a misura di maschio.

    Come ultima cosa mi permetto di aggiungere che ci sono così pochi leader in giro che sarebbe meglio non scartarne alcuni perchè maschi o femmine.

  • Per esperienza personale, posso affermare che NON esiste un “canone corretto” di comportamento per le donne, che siano in carriera o meno.
    Se sei gentile, sei debole, se sei algida, sei antipatica ed arrogante, magari pure presuntuosa, se sei “felice” anche peggio!
    Agli uomini (non me ne vogliate!!!) tutto è concesso, pure di essere manager stupidi.
    Concludo che condivido in pieno la “sfumatura” sottolineata da Mariachiara…a noi donne viene chiesta la “compiacenza”, che alla fine è una forma sottile di sottomissione. Essere ciò che si ha voglia di essere…ecco quello che mi aspetto sia il Futuro,… il traguardo per i miei figli…e vale sia per le donne ma anche per gli uomini, che spesso si “atteggiano”, adeguandosi a standard stereotipati che non gli appartengono.

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