Intervista a Monica Pesce

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Che consiglio darebbe alle donne che si trovano a dover scegliere tra famiglia e carriera? Innanzitutto direi loro di chiedere un supporto concreto ed emotivo al proprio compagno o marito. Supporto che si rivela fondamentale per aiutare la donna a superare i momenti di empasse e, senza il quale, la donna si trova a dover affrontare due problemi: i propri dubbi e le proprie insicurezze da un lato e la mancanza di supporto familiare dall’altro. In un certo senso, quindi, il mio primo suggerimento è riferito alla relazione con gli uomini e al supporto che possiamo ricevere da loro. Mi sentirei poi di consigliare, specialmente alle giovani donne, di scegliere aziende che facilitino la conciliazione tra vita professionale e privata. Esattamente come esiste una lista delle 100 migliori aziende in cui lavorare in generale, esiste anche una classifica delle 100 migliori aziende in cui lavorare per donne che hanno figli. Queste aziende hanno capito che abbandonare le donne e spingerle a smettere di lavorare si rivela una perdita per l’azienda stessa, che ha assunto un talento, lo ha fatto crescere, lo ha formato e poi, in un momento di criticità che ha una durata limitata nel tempo –quale può essere la maternità– lo perde per sempre. Un altro difetto, in questo caso non solo delle donne italiane, riguarda la mancanza di pianificazione: la carriera non è un insieme di scelte casuali, ma un piano organizzato verso il raggiungimento di un obiettivo. Va da sé che le strategie possono non andare sempre a buon fine; però le donne non sono abituate a pensare al proprio percorso professionale come a un piano strutturato e adattabile, a seconda di cambiamenti o imprevisti. Le donne devono avere il coraggio di porsi la domanda: “dove voglio arrivare?”. E se si è rimasti ingabbiati in un percorso professionale non soddisfacente a livello personale, bisogna avere la forza di reagire. Senza passione per quello che si fa, anche le difficoltà più piccole possono diventare insormontabili. In base a quanto detto sulla valutazione delle prestazioni, lei crede che i Responsabili risorse umane delle nostre aziende dovrebbero cambiare prospettiva? La realtà dei fatti ci dice che un Responsabile risorse umane illuminato, inserito in un contesto aziendale tradizionale, rischia spesso di combattere contro i mulini a vento. Tornando al tema dell’importanza dell’individuo come attore del cambiamento, il ruolo delle Risorse umane è importante, se non altro in termini di educazione nel contesto aziendale. Ma se è l’unico a spingere verso il cambiamento, farà molta fatica. In un contesto più sensibile, aperto, il suo ruolo è fondamentale nell’offrire strumenti e stimolare l’orientamento dell’azienda verso una maggiore meritocrazia e nell’aiutare l’azienda stessa a definire che cosa si debba intendere per meritocrazia. Un ruolo indubbiamente importante nella scelta delle persone giuste per ruoli giusti: creare, all’interno di una funzione, un contesto determinato dalle persone che in esso operano, può fare la differenza. Lei è una persona impegnata su più fronti. Quali sono le sue passioni al di fuori della vita professionale? La prima, ma anche la più difficile da gestire in termini di tempo, è viaggiare: mi piace conoscere culture e paesi diversi: trovo che la diversità in senso lato sia molto arricchente. Recentemente, poi, con il mio compagno ci siamo appassionati al mondo delle immersioni. Ultima, ma non per importanza, la lettura. Anche se vorrei avere più tempo da dedicarle.


Monica Pesce da bambina ha vissuto in Africa per 3 anni. L’esperienza le ha permesso di sviluppare una naturale curiosità per paesi e culture lontane. Si è laureata in Economia e Comm ercio con lode all’Università degli Studi di Genova e si è trasferita a Milano 9 anni fa per unirsi a VVA – Valdani Vicari & Associati, società italiana di consulenza di direzione. Project Manager da diversi anni, nel corso della sua carriera in VVA ha lavorato in svariati settori e aziende. Ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione e nello sviluppo della Fashion Unit VVA ed è ora focalizzata sullo sviluppo dell’area Business Due Diligence. È Presidente del Board della Professional Women’s Association di Milano dal gennaio 2008 e membro dell’Advisory Board del Laboratorio Armonia SDA Bocconi.

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