Intervista a Monica Pesce

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Responsabilizzazione e volontà. I motori del cambiamento Nata per sostenere le donne straniere trasferite a Milano per lavoro, la Professional Women’s Association è diventata oggi un punto di riferimento per professioniste aperte al confronto e animate dal desiderio di costruire relazioni utili al proprio percorso professionale e di crescita. Uno dei recenti appuntamenti è stato l’occasione per la presentazione di Abbracciare l’orso14, libro che raccoglie riflessioni su sentimenti e lavoro. All’incontro erano presenti anche uomini. Perché sarebbe riduttivo, quando si parla di lavoro e managerialità, fare distinzioni di genere. Ci siamo confrontati con la presidente di PWA, la dottoressa Monica Pesce e, parlando con lei dei problemi più frequenti che le donne manager si trovano ad affrontare, è emerso come certe logiche e comportamenti che spingono alla divisione dei ruoli andrebbero cambiati. Partendo dall’educazione dei bambini. Dottoressa Pesce, lei è presidente di Professional Women’s Association. Con quali obiettivi è nata PWA? L’associazione è nata giuridicamente nel 1991, ma l’attività è iniziata nel 1987, in modo informale. L’associazione si è costituita come occasione di incontro e socializzazione per le donne professioniste straniere, in particolare per dare supporto a manager straniere trasferitesi per lavoro a Milano. Nel corso degli anni, la mission dell’associazione è evoluta ed è culminata nel 2004 con l’ingresso nello European Professional Women’s Network, un ‘network di network’ che raccoglie sotto lo stesso cappello 17 network di tutta Europa. Quali sono le vostre attività? Le nostre attività si articolano su tre fronti: il primo riguarda la socializzazione ed è finalizzato all’ampliamento del network di contatti. A questo proposito, organizziamo un aperitivo mensile che offre alle donne la possibilità di incontrarsi, conoscersi e costruire in un contesto informale relazioni di fiducia, che possono rivelarsi utili nel percorso di crescita professionale. Il secondo aspetto è legato agli speaker event, come quello recentemente organizzato per presentare il libro Abbracciare l’orso: un’occasione per ascoltare il parere di speaker internazionali o italiani su temi riguardanti la diversity sia in senso stretto, sia in senso lato. Molti dei nostri speaker rappresentano dei role model e costituiscono importanti testimonianze di best practice. Sono occasioni di confronto, apprendimento e condivisione: non ci limitiamo a parlare di teoria e dati, ma anche di vita reale. Ci sono tematiche su cui vi state concentrando in modo particolare? Quest’anno, ad esempio, abbiamo parlato dell’importanza per le donne di avere un’indipendenza economica e finanziaria, così come della gestione delle emozioni sul luogo di lavoro o della presenza delle donne nei board aziendali. Dal 2008 è partito un terzo filone di attività legate a workshop: in questo caso, forniamo un supporto più concreto su tematiche specifiche, attraverso incontri a cadenza quasi mensile per un numero massimo di dodici persone. Il tema portante di quest’anno riguardava il coaching: dapprima abbiamo organizzato uno speaker event; poi abbiamo offerto alle nostre associate la possibilità di approfondire l’argomento durante incontri Network, un ‘network di network’ che raccoglie sotto lo stesso cappello 17 network di tutta Europa.

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