Il reggiseno e la cassaforte

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La sensazione è che si stia divaricando la forbice. Come i ricchi diventano sempre più ricchi e il ceto medio si sfalda allargando le fila dei nuovi poveri così, leggendo i giornali in questi giorni, la sensazione è che il divario tra il mondo occidentale e il mondo medio-orientale stia raggiungendo traguardi significativi. Questo divario, guarda caso, riguarda la condizione femminile. Impossibile non soffermarsi sulle notizie di questi giorni. In Arabia Saudita, l’unico paese al mondo che preclude la guida alle donne, gli uomini vengono avvertiti via sms se la moglie tenta di imbarcarsi su un volo per darsi alla fuga. In verità analogo servizio viene riservato anche ai sangue-blu dotati. Non avrete dimenticato che la bella Charlene Wittstock scoperta l’ennesima paternità illegittima del principe-promesso-sposo erede del Principato di Monaco è stata riacciuffata per un soffio all’aeroporto di Nizza mentre cercava di dileguarsi. In un barlume di lucidità deve aver realizzato che le belve della sua Africa possono anche fare meno paura di un fidanzato –ancorché principe – che mentre ti chiede la mano mette incinta una hostess. E poi quelle multitasking saremmo noi… Ma non divaghiamo. Il ‘guinzaglio elettronico’, così è stato definito, avverte il consorte del tentativo di fuga. Nulla di nuovo. Anche noi abbiamo un sistema analogo, per il quale non abbiamo trovato una definizione così poco dignitosa, ma che serve comunque come meccanismo di controllo. In entrambe i casi l’utilizzo è perverso. Da noi se tuo figlio non si presenta a scuola puoi ricevere un sms che ti avverte del fatto che il pargolo non è regolarmente seduto al suo banco. L’unica differenza è che in Arabia Saudita il marito può scapicollarsi all’aeroporto con la certezza di trovare l’aspirante fuggitiva. Ma qui da noi tu, genitore, che nel frattempo hai raggiunto la tua scrivania o stai su un treno o su un aereo, che fai? Prendi coscienza del fatto che tuo figlio ha bigiato (a Milano si dice così) e te la metti via. Torniamo all’Arabia Saudita dove le donne non possono guidare, votare, aprire un conto in banca, studiare, sposarsi con chi vogliono. Alle donne è preclusa qualsiasi tipo di interazione normale con l’altro sesso fin da piccole. Una condizione che ha ispirato la trama di un film, La bicicletta verde, che denuncia lo stato di segregazione nel quale vengono tenute le donne in quel paese e che racconta di come una madre, alla richiesta della figlia di poter avere una bicicletta per correre con un amichetto, non esaudisca il desiderio della figlia per timori di riprovazioni sociali. Film presentato quest’anno al festival di Venezia, non roba di secoli fa. Ma spostiamoci un po’ più a est, dove un paese dell’India ha precluso alle donne l’uso del cellulare. Il device tecnologico minaccia la virtù? Evidentemente questo pensano le autorità, che per evitare ‘fuitine’ (che vengono messe a segno con successo da ben prima che la tecnologia facesse il suo corso), o quantomeno per non agevolarle, precludono alle donne l’uso del cellulare. Chissà cosa ne pensa l’operatore telefonico, secondo me non deve essere troppo contento di questa misura restrittiva che riduce il traffico… Ma tant’è, quanto a guai economici ne abbiamo già noi in sovrabbondanza, lasciamo che questa grana se la sbroglino da sé. Comunque la riflessione che mi vien da fare è che mentre da questa parte del mondo la tecnologia è una grande alleata delle donne, altrove dell’innovazione tecnologica si fa un uso scorretto. Che certamente non giova a nessuno. E poi è sensato agire senza rendersi conto del contesto globale? Le donne sono destinate a portare il loro contributo, con i loro saperi, in ambiti dominati dell’universo maschile. Pensiamo alla primavera araba e al ruolo che le ragazze hanno avuto nel determinare le proteste. Da piazza Taharir, dalla ragazza che si è mostrata al mondo inerme ed esanime con il suo reggiseno blu, non si torna indietro. In questi giorni si sta lottando perché la sharia, la legge islamica non interferisca nella scrittura delle Costituzioni di alcuni paesi, come Egitto e Libia. A Londra alla conferenza Trust Women le attiviste lottano per far partecipare le donne alla scrittura delle Costituzioni. Per contrastare quel fastidioso fenomeno per cui le donne tendono a essere considerate un bene prezioso. Così prezioso da restare chiuso in cassaforte.

 

Commento

  • Tutti i problemi posti sono interessanti.
    Mi permetto, però, di soffermarmi su un tema al margine di queste riflessioni e di porre un quesito che potrebbe sembrare provocatorio ma non è: perché la “bella Charlene” si è lasciata “riacciuffare”?
    A livello immediato, senza troppe mediazioni concettuali, Charlene mi sembra avere qualcosa in comune con Galileo, che pure si lasciò riacciuffare dalla presunta ortodossia scientifica del suo tempo. Perché Galileo si è lasciato “riacciuffare”?
    Cos’ha il cambiamento di così difficile???
    A presto
    Eugenio Bastianon

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