Se il nonno si ribella

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Mi sono sempre piaciute le città di provincia. cremaSi ha la sensazione che la vita scorra con più semplicità. E così è nei fatti, me lo conferma Sabrina Grilli, la giornalista che ha moderato la discussione che ieri sera il Club Soroptimist di Crema ha organizzato per parlare del mio libro Ci vorrebbe una moglie. Con due figli che vanno a scuola, faccio meno fatica a tenere tutto insieme, mi dice. A Milano si respira un’aria diversa, ma la provincia ha una dimensione più a misura d’uomo, o di bambino, mi vien da dire. Una socia del Club interviene a gamba tesa dicendo che a Milano ci sarà pure lo smog ma si respira… in provincia dopo un po’ ti manca l’aria! Detto questo, in provincia certamente si avrà un quotidiano ‘facilitato’ ma i problemi  per tenere tutto insieme anche li ci devono essere se in tanti ieri sera hanno affollato la sala del Circolo del Ridotto. E così è, visto che chi vive in provincia in molti casi lavora a diversi chilometri da casa, ed ecco che i problemi della città arrivano in campagna. Insomma, è proprio vero che il tema della conciliazione, anche qui, è tutt’altro che risolto. Le mamme si affidano all’unico welfare efficiente, i nonni. C’è qualcuno che oggi farebbe un figlio senza avere un nonno disponibile? Eh ma questo fatto comincia a scatenare qualche ventata di ribellione. Dalla platea interviene energica una signora con figli ormai grandi che lamenta di non avere più amiche. “Tutte schiave! – tuona – prendono servizio al mattino e fino alla sera non puoi nemmeno andare a bere un caffè!”. In Lombardia, per lo meno, perché pare che in Romagna i nonni vadano ancora a ballare. Questa la voce che si sente dal fondo della sala… Insomma, anche qui ognuno si arrangia come può. E torniamo sempre al tema di fondo, la cultura aziendale. Elisabetta Rotta Gentile, la presidentessa del Club e organizzatrice della serata, sottolinea il tema della cultura, perché da lì tutto parte. Elisabetta gestisce uno studio notarile e ha imposto delle regole. A una cert’ora si va a casa. Anche perché è lei per prima a voler, giustamente, dedicare tempo alla sua famiglia. Ben diverso l’atteggiamento dei colleghi uomini, che la sera, a casa, non hanno nessuna fretta di tornare… Bisogna incentivare il lavoro per obiettivi, creare organizzazioni meritocratiche, valorizzare i risultati. Emergono sempre gli stessi temi. Evidentemente, però, c’è ancora bisogno ancora di tirarli fuori a gran voce.

 

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