Quando a scoppiare non sono solo le gomme…

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Chi ha letto il post di ieri sa che abbiamo condiviso delle riflessioni sul lavoro insieme con gli imprenditori della CNA di Brescia. Brava come sempre, Eleonora Rigotti organizza l’evento in una cantina della Franciacorta. Un posto meraviglioso, come meraviglioso è l’entusiasmo di questi piccoli imprenditori che ogni giorno costruiscono un pezzo di futuro.

Uomini e donne che sfidano burocrazie paralizzanti, mercati schizofrenici e altre delizie dei nostri tempi con energia e passione. Chi sceglie la strada del lavoro in proprio sono sempre più spesso donne, che trovano nell’imprenditoria una dimensione che consente loro di tenere insieme tutti i pezzi della vita. Bella serata terminata con un’ottima cena. Ma sono le 22, io sono sveglia dalle 5 e quindi mi congedo dai commensali per tornare a casa. Almeno, quelle erano le mie intenzioni. Con calma, perché sono un po’ stanca e comincia a darmi fastidio guidare di notte, quindi vado piano. Per fortuna, perché una delle gomme della mia macchina decide di abbandonarmi, sento un botto e rallento di colpo, anche sbandando un po’. Alla mia destra una stazione di servizio (chi dice che la fortuna non esiste sa di mentire). Mi fermo. Vedo un signore che secondo me potrebbe aiutarmi, gli spiego il problema e lui in un italiano un po’ stentato mi dice: “io non potere fare niente, io qui da solo, tu chiamare carro attrezzi”. “Ma scusi, sono in una stazione di servizio e non c’è nessuno che mi aiuta a cambiare una gomma?” (so fare tante cose, questa qui mi manca ma ieri sera ho capito bene come si fa, ho scoperto anche dov’è il cric della mia macchina). “Qui nessuno aiutare te, qui io fare benzina e dare resti”. Intanto che ‘tu fare benzina e io dare resti’ vedo nel negozio ormai chiuso della stazione di servizio un signore che evidentemente stava chiudendo le operazioni della cassa. Busso. Mi fa un segno inequivocabile. Chiuso! Non mi arrendo, chi mi conosce sa quale livello posso raggiungere se decido di rompere le scatole al prossimo. E infatti il signore si materializza e mi domanda cosa c’è. Siamo a cavallo. Si impietosisce al mio caso e decide di aiutarmi. Intanto che armeggia con il cric io sono al telefono e mi scappa un ‘sei un angelo’ a un amico che nel frattempo si era messo in strada per venirmi a prendere. Il mio salvatore interviene. “Al telefono con il fidanzato?” No, ribatto io, un amico di gran lunga più efficiente… Il salvatore (massimo 30 anni) allora capisce che può sfogarsi e mi spiega le ragioni del declino dei nostri tempi. Già separato e con due figli piccoli mi spiega che lui ha capito le ragioni della disfatta delle relazioni coniugali. “Riesce a illuminare anche me?”, gli chiedo. “Il problema è il lavoro! Da quando anche  la donna lavora ha più occasioni, e butta via il marito non appena trova uno più giovane…”. No comment.

Comments (4)

  • Ha ragione:il salvatore si è espresso nel paradosso. E, però, da Freud a WatzlawicK l’analisi ci ha insegnato che il paradosso è il sintomo, e che è proprio dal sintomo che deve partire la riflessione e….la cura: una vicenda lunga e complessa!!!Intanto senta la mia solidarietà per le sue disavventure on le gomme!

  • Mariateresa Magarini

    La lacuna nasce fin dall’infanzia. Io ho sempre giocato con le bambole e i loro accessori, mio fratello con il meccano, le piste, le macchinine… Risultato? Lui sa sicuramente sostituire una gomma bucata, io non ancora ma… è davvero necessario imparare? Dal tuo racconto si evince che, comunque, la soluzione la troviamo e, per quanto riguarda le affermazioni del tuo “salvatore” mi viene questa riflessione: se il lavoro femminile serve anche per far capire alle donne quanto siano noiosi certi mariti, tanto da abbandonarli per il primo che capita… Bhè, anche per questo nobile motivo, speriamo che il numero di donne lavoratrici aumenti a dismisura!!

  • Personalmente non capisco perchè come le donne hanno saputo rimettersi in gioco, non lo possano fare anche gli uomini…
    uomini, dirigenti, padroni e padri, se siete così forti e grandi, perchè non sapete evolvervi?!
    Il genere umano “superiore” non dovrebbe avere problemi a cambiare a saper re-impiegarsi, a meno… a meno che, nei secoli non si sia trattato solo di una montatura pubblicitaria, insomma una delle più eclatanti e geniali operazioni di marketing, tale per cui l’uomo ha potuto essere “classe” dominante…
    Evolversi, significa poter essere, per fare un esempio concreto, ma al contrario, un’analista informatico, che ha studiato elettronica industriale, che ha fatto meccanica, officina meccanica intendo, che sa cambiare una gomma e mettere le catene (non quelle ultimo modello)… mantenendo la propria femminilità…, evolversi significa saper coniugare il nuovo con il vecchio, pur con mille difficoltà e frustrazioni… ecco quello che manca al sesso opposto… la capacità di andare oltre… oltre alla richiesta di aiuto per una gomma bucata (tra l’altro conosco diversi uomini che non sanno neppure dov’è il ruotino), oltre al fatto che le donne sanno lavorare e abbiano soprattutto voglia di lavorare e confrontarsi!

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