Moms@work: genitori al lavoro, si diventa

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(di Daniela Rimicci)

Essere genitori, o meglio essere genitori che lavorano all’interno di un’organizzazione, implica ormai una conciliazione efficace tra vita professionale e vita familiare: vi è una forte necessità di innestare un circolo virtuoso in cui il genitore sia presente nella vita dei suoi figli ma continui a essere una risorsa importante per l’azienda.

A sostegno della genitorialità in azienda Intoo e Eu-tropia promuovono moms@work un’iniziativa che supporta i genitori, soprattutto le madri, nel percorso di uscita temporanea e rientro in azienda fino al terzo anno di vita dei figli senza perdere il contatto con le attività, le novità e gli eventuali cambiamenti in azienda.

Ci sono casi in cui le donne richiedono il part time al rientro in azienda dal periodo di maternità, quando addirittura non si autoescludono dal mondo del lavoro. In molti casi, al rientro, provano disagio: non riescono a reggere un ruolo di responsabilità, faticano a comprendere i cambiamenti organizzativi dell’azienda, hanno difficoltà ad affermare la propria leadership o a conciliare tempi di lavoro con i tempi per la famiglia. La maternità è comunque il principale motivo di abbandono del lavoro, del perdurare dell’inattività dopo il licenziamento e del lavoro sommerso femminile.

Dopo la pausa-maternità spesso le donne non ritrovano il proprio posto di lavoro e sono costrette a uscire dall’azienda o cambiare ruolo all’interno: è forte la delusione per essersi impegnate molto e non aver visto riconosciute le proprie capacità.

Il risultato? Mettono in discussione la propria carriera, se non addirittura il posto di lavoro stesso.

Con il progetto moms@work Intoo –che offre servizi di continuità professionale, bilanci di carriera e interventi di coaching− e Eu-tropia –che opera nell’ambito della formazione e sviluppo con focus sul benessere− sostengono le donne nella fase della vita lavorativa in cui diventano mamme con attività informazione, aggiornamento e di confronto affinché non abbandonino il posto di lavoro e, anzi, portino in azienda la sensibilità e l’amorevolezza che le caratterizza in favore delle attività lavorative e, quindi, dei risultati di business.

Sono diverse le aziende impegnate a far sì che i dipendenti possano conciliare al meglio lavoro e famiglia. Per questo è importante diffondere il più possibile esperienze positive. A settembre presso il Palazzo del Lavoro di Gi Group si è svolto l’evento di presentazione di moms@work. Grazie ad alcune testimonianze di aziende impegnate in progetti a favore e a sostegno della genitorialità, possiamo affermare che la conciliazione è possibile nel momento in cui le imprese supportano le madri, e anche i padri, e laddove le madri non si autoescludano precludendosi possibilità di lavoro e di carriera.

Lo scoglio più grande da affrontare è un cambiamento culturale: diventare genitori ed essere supportati al meglio è invece un’occasione da cogliere, la possibilità di portare in azienda tutte quelle peculiarità di cura ed entusiasmo che madri e padri hanno nei confronti dei loro figli nelle attività dell’organizzazione.

 

http://www.momsatwork.it/

Commento

  • Molto interessante e molto sfidante. Personalmente credo che alla questione culturale dovrebbe essere unita la dimensione emotiva:
    come gestire l’ansia del figlio che si è lasciato a casa con la febbre?
    come gestire l’ansia del difficile rapporto con figli e figlie adolescenti, nel momento in cui si scopre che più figli e figlie crescono più sarebbe importante essere loro vicini/vicine?
    E allora la questione è:
    in che modo e in che misura queste ansie possono essere incanalate positivamente nell’organizzazione?
    Leggerò il ” mio” Quaglino!

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