Il lavoro di mamma, mamme al lavoro

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Il tema del lavoro femminile non è dibattito da salotto. È una questione politica. Queste le parole dell’Assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino. Alla tavola rotonda organizzata ieri in occasione della Domenica delle Donne a Milano il suo messaggio è chiaro: le istituzioni hanno la responsabilità di accompagnare la genitorialità, soprattutto in tempi di crisi. Le madri e i padri (che sempre più spesso vivono l’esperienza della separazione, inutile nasconderlo) non devono essere lasciati soli. Le risorse ci sono, a partire dalla poco conosciuta legge 285 che dal 1997 ha istituito un fondo per l’infanzia e l’adolescenza. Nella nostra città bisogna lasciare più spazio a sperimentazioni per evitare che i genitori, le coppie, vengano lasciate sole con i loro problemi. Piano C, che ha collaborato all’organizzazione della tavola rotonda, è un esempio virtuoso. I politici, dice Majorino, hanno la responsabilità togliere l’ansia da tutti noi. Belle parole. Che speriamo non restino tali. Perché le donne, mamme, con l’ansia ci convivono. Claudia De Lillo, blogger più conosciuta come Elasti, ci racconta che persino i bambini ora sanno cos’è l’ansia… Mentre gli uomini, i mariti, l’ansia non ce l’hanno, loro sono contenti di tornare a lavorare! Per forza, la responsabilità condivisa non esiste… Maria Rita Gismondo, Presidente di Fondazione Donna a Milano, con una semplicità disarmante ci spiega la differenza di approccio: la donna si sveglia al mattino e pensa a come organizzare mentre l’uomo ti chiede: cosa ti serve? Il grande disagio nasce probabilmente anche dal fatto che, come spiega Francesca Zajczyk, Delagata del Sindaco alle Pari Opportunità, una volta la società era meno richiedente nei confronti della donna, le prestazioni richieste erano inferiori. Anche l’uso delle parole aggrava il peso, mamme acrobate, amazzoni, figure che assomigliano più a delle eroine che a persone normali. Che non avanzano poi richieste straordinarie: si accontenterebbero di poter lavorare e poter crescere i loro figli. Ma nel nostro paese le due cose, per convivere, devono essere gestite da supereroi. O da creature mitologiche. A voi la scelta.

 

 

 

Commento

  • Non solo cresce l’ansia dei bambini. Cresce anche il numero di bambini e preadolescenti bisognosi di psicoterapia. Sarebbe interessante leggere queste dinamiche anche dal punto di vista dei centri di neuropsichiatria infantile e dei centri di assistenza psicologica a bambini e preadolescenti che fioriscono abbondantemente, anche in tempi di crisi.
    Forse, per prevenire questi problemi, non crescono in modo adeguato i centri di assistenza e mediazione familiare.

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