Giovani e donne: al via il nuovo parlamento

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E’ terminato lo spoglio delle schede e, finalmente, domattina i miei figli torneranno a scuola.
Non che abbiano più bisogno di una baby sitter, ma quattro giorni a casa sono davvero troppi. Soprattutto se consideriamo che non stiamo allevando una generazione di brillantoni… Un ragazzo su tre non si iscrive all’università, così, tanto per dare un dato. Comunque, ora che i risultati sono ufficiali, un primo commento è d’obbligo e l’attenzione sarà puntata proprio sui giovani: il parlamento eletto è infatti il più giovane della nostra storia repubblicana con un’età media di deputati e senatori di 48 anni (la scorsa legislatura l’età media era di 54 anni per i deputati e 57 per i senatori). Ma il dato più significativo riguarda la presenza femminile: dal 20% della scorsa legislatura si passa ora al 31%. Ed è una donna la parlamentare più giovane, 25 anni. Un bel salto, e senza quote! Non conosco questi giovani e queste donne. Il prossimo sabato 2 marzo alle 18 alla libreria delle donne di Milano si discuterà anche di questi risultati. La mia speranza è che questo piccolo esercito di giovani e di donne riesca a portare all’attenzione temi vicini alla gente, vicini alle famiglie. La più retorica delle affermazioni dice che i bambini sono il nostro futuro. Bisogna occuparsene, però. Ancor prima di metterli al mondo. Le donne devono poter contare su un contesto che consenta loro di gestire diversi ruoli, non devono essere costrette a lasciare il lavoro, ammesso che ce l’abbiano, per occuparsi della loro famiglia. La riforma del lavoro ha fatto sparire anche i nonni: devono restare al lavoro molti più anni di quanti avevano immaginato e poiché, diciamocelo, sono loro il nostro welfare, il microcosmo di tanti di noi rischia di entrare ancora più in crisi. I nostri giovani fanno parte di una generazione, la prima dal dopoguerra a questa parte, che è cresciuta toccando con mano la crisi. La speranza è che sappiano guardare alle cose con occhi diversi e sappiano individuare le priorità. E occuparsi delle donne e delle famiglie significa occuparsi del futuro. Di tutti.

 

Commento

  • Speriamo che nel parlamento maturi una vision capace di rilanciare il paese! Non subito, magari, ma un po’ alla volta. Questa sera ho sentito il professor Cacciari dire che, al momento, si può solo volare bassi. Ha ragione, perché volare bassi vuol sempre dire volare, piuttosto che rotolare nei precipizi aperti da una campagna elettorale folle, che ha promesso tutto e più di tutto, secondo la logica della politica come arte della golpe e del lione che ci ha condotto al debito pubblico che ora ci schiaccia. Sinceramente, da cattolico convinto, credo che alla politica italiana manchi un po’ di quell’etica protestante così ben studiata da Max Weber, in economia come in politica.
    Bisognerebbe rileggere: Max Weber “Il lavoro intellettuale come professione”, Einaudi. Ma non so se sia ancora in commercio.

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