Cartoline dal medioevo

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La specie più intelligente è quella che sopravvive. L’umanità sembra non esserlo. Mi hanno colpito questa parole del famoso etologo Danilo Mainardi scomparso qualche giorno fa. Mi sono soffermata sulla dichiarazione in concomitanza con la grande manifestazione dell’8 marzo: migliaia di donne di una cinquantina di paesi hanno contemporaneamente aderito allo sciopero indetto dal movimento Non una di meno che ha invitato le donne alla sospensione dell’attività produttiva e riproduttiva.

non una di menoIl movimento ribadisce che le donne sono indispensabili, se si fermano loro si ferma il mondo. Discriminazioni, ostacoli all’accesso al mercato del lavoro e all’istruzione, scarsa rappresentanza politica. La parità di genere è un traguardo ancora lontano da raggiungere. E poi c’è la violenza: femminicidi, maltrattamenti che le donne subiscono da parte dei familiari, sfruttamento sessuale, mutilazioni genitali. Nascere donna, soprattutto in una parte del nostro mondo, non è un gran vantaggio. Per questo credo abbiano un significato particolare le parole di Mainardi. Se guardiamo alle violenze che le donne subiscono ogni giorno, in ogni angolo del nostro pianeta, non mi pare che la nostra sia una specie attenta a proteggere se stessa. In qualche occasione sembra un feroce corpo a corpo tra i generi, l’accanimento nel manifestare la supremazia, da parte dei maschi, non mi pare si stia stemperando. Ha fatto scalpore l’immagine del Presidente degli Stati Uniti che, circondato da uomini, cancella i finanziamenti del governo federale a tutte le organizzazioni che praticano o fanno informazione sulle interruzioni di gravidanza nel mondo. Vi potreste mai figurare un analogo consesso femminile dove si cerca di influenzare l’attività riproduttiva maschile? Se andiamo avanti così, tra qualche anno saremo tutti nel medioevo. Altro che progresso, innovazione, 4.0… Non abbiamo speranze di sopravvivere, o comunque abbiamo ragione di pensare che la nostra convivenza peggiorerà se non modificheremo il nostro modo di vivere insieme. L’8 marzo non abbiamo aderito ad alcuno sciopero, anzi. Eravamo a Roma per la prima tappa dell’anno del nostro evento Formare e Formarsi dove, grazie alle argomentazioni di Francesco Varanini, abbiamo parlato di ambienti di apprendimento. Bene soffermarsi sul significato di ambiente: il luogo dove si vive, ma anche l’insieme delle condizioni che permettono la vita degli esseri viventi. Ambiente come area che abbiamo intorno, c’è in questa parola l’idea di aria, di circolazione. Siamo responsabili dello spirito che aleggia e possiamo creare, qualcosa di materiale e simbolico che ci aiuta a costruire un’atmosfera. Per ricondurre questo concetto al tema della formazione, quando creiamo un ambiente formativo abbiamo creato una atmosfera. Se guardiamo alle condizioni che permettono a donne e uomini di vivere insieme, sembra ci sia ancora molto da fare per creare un’atmosfera che consenta di vivere senza troppi conflitti. I dati Istat ci dicono che in Italia oltre 100 donne ogni anno vengono uccise da uomini, quasi sempre da compagni, mariti, da coloro che millantano un affetto. Ogni anno migliaia di donne vengono picchiate, aggredite, sfregiate. E poi c’è lo stalking, persecuzione messa in atto quasi sempre dagli ex che non si rassegnano. Insomma, nel nostro ambiente non sembra aleggiare un’atmosfera tanto favorevole per le donne. Abbiamo sempre utilizzato la statistica per leggere i fenomeni, ora si è introdotto il concetto di post verità, la fine dei fatti insomma. Le notizie vengono percepite, interpretate sulla base di sensazioni, percezioni, e quindi rielaborate deprivate della loro valenza oggettiva. Rispetto al nostro tema, bene invece restare ancorati ai dati e ai fatti. Se la violenza sulle donne cresce, non si fanno più figli e le nostre donne sono sempre pagate meno degli uomini, bene tener monitorati di dati. La consapevolezza del fenomeno ha portato migliaia di donne in piazza in tutto il mondo. Non so se riusciranno a modificare nel breve il nostro ‘ambiente’, ma almeno ci fanno sapere quale grado di inciviltà la nostra specie riesce a raggiungere (quanto al livello di intelligenza, Mainardi ha già detto la sua).

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