Intervista a Natascia Mondani

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I dipendenti diventano dunque formatori e coach di altri dipendenti all’interno dell’azienda. È così?
Esattamente. Sono in generale i capi o anche i collaboratori best performer, o coloro che sono particolarmente capaci in competenze che Technogym considera strategiche per l’organizzazione. Oppure dipendenti con una certa seniority che si prendono l’incarico di formare collaboratori junior. In questo modo, abbiamo attivato una modalità formativa in cui i collaboratori non sono utenti passivi, ma vengono responsabilizzati sulla formazione e l’apprendimento dei colleghi. Una formazione basata dunque sullo scambio delle eccellenze fra collaboratori, con l’obiettivo di creare knowledge management e spirito di squadra. Proprio in conseguenza della riduzione del budget per la formazione, abbiamo favorito all’interno dell’organizzazione l’accesso a strumenti di auto sviluppo. Ad esempio, abbiamo potenziato la piattaforma di e-learning, con corsi tecnici e non, per tutta la forza vendita, le filiali e i clienti. Abbiamo organizzato una biblioteca interna riferita alle competenze strategiche e una videoteca dove i più famosi guru internazionali forniscono informazioni su management e leadership.

Una formazione che dedica particolare attenzione alla persona e al suo sviluppo…
Proprio così. Abbiamo attivato da due anni un programma formativo incentrato sulla persona, non quindi soltanto sullo sviluppo professionale ma sullo sviluppo personale a tutto tondo, perché crediamo che per affrontare momenti di difficoltà come questo sia importante che le persone siano attrezzate non solo a livello professionale, ma anche personale. Per questo c’è stato un forte investimento sul benessere individuale oltre che su quello organizzativo. Naturalmente questo rispecchia la filosofia dell’azienda, che si occupa di Wellness.

Quale dovrebbe essere secondo lei l’atteggiamento giusto da parte di chi propone percorsi formativi?
Chi fa formazione deve tener conto del fatto che l’attenzione ai costi impone alle aziende scelte difficili e i consu lenti devono comprendere che le aziende hanno necessità di misurare il ritorno dell’investimento. Le aziende puntano su azioni che creano valore in maniera evidente. L’atteggiamento di chi propone percorsi formativi oggi deve avere grande attenzione al rapporto costi-benefici e al tempo. I percorsi formativi devono prevedere percorsi di autoapprendimento e l’atteggiamento deve essere di grande concretezza e flessibilità.

Sta cambiando secondo lei l’atteggiamento delle persone verso la formazione? Se fino a qualche tempo fa era considerata un ‘bonus’, ora le persone sono sempre più attente alla loro crescita personale, con l’obiettivo di curare la loro employability. Cosa ci può dire in proposito?
Credo che questo atteggiamento sia già cambiato. Le persone hanno capito che la formazione non è solo un investimento organizzativo ma un investimento personale, che rimane all’individuo. Considerando che il contesto cambia sempre più velocemente, è fondamentale mantenere sempre aggiornato il proprio know how e le proprie competenze. La formazione è diventata un elemento di trattativa e negoziazione in fase di assunzione; i collaboratori stessi chiedono di fare attività di sviluppo e formazione e sono disponibili a investire anche tempo extra professionale. Oggi per varie ragioni le persone cambiano più spesso lavoro. Pertanto, curare la propria employability è diventato fondamentale. È importante anche mantenere una employability interna. Technogym è un’azienda ad alta dinamicità e le persone devono mantenere aggiornate costantemente le loro competenze.

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