Se il nemico siamo noi

, , , , ,

L’amica Pinuccia Barbieri mi ha girato ieri un comunicato di Manageritalia che pubblica un rapporto annuale sulla condizione delle donne in Italia. Ti interessa? Riportava l’oggetto della mail. Certo certo, le ho risposto, guardo i risultati poi ti dico. Ebbene, ho letto e credo valga la pena offrire ai lettori di questo blog una sintesi di questi dati affinché, chi vuole, possa lasciare un commento.  Le donne in Italia hanno in esclusiva la gestione della casa (il 77%) ma pare siano proprio le donne a non voler rinunciare all’appannaggio di regine della casa (l’87%). Le donne hanno anche la maggiore responsabilità degli acquisti (il 56%) mentre reddito (per il 45%) e carriera (per il 37%) sono ancora ‘cose da uomini’. Marisa Montegiove, coordinatrice del gruppo Donne Manager di Manageritalia sostiene che “il rapporto donna 2013 contiene preoccupanti schegge di una realtà immobile e incapace, spesso più nella testa delle persone che nella vita di tutti i giorni, di cogliere e soprattutto favorire una parità che la società comincia a proporci e imporci. Le stesse donne, si mostrano in alcuni casi più arretrate degli uomini. Non v’è comunque dubbio che la crisi attuale sta innescando profondi cambiamenti che porteranno nel giro di pochi anni una fortissima evoluzione nei costumi e nei comportamenti quotidiani e a seguire nella mentalità e nel vissuto degli italiani. Certo, molto meglio sarebbe se quest’evoluzione non fosse tanto trainata dagli eventi, ma piuttosto spinta e incoraggiata dal sentire comune. Solo così possiamo cavalcare il cambiamento e non subirlo e farci male. Ma possiamo ancora farcela basta volerlo”.

Per sintetizzare, se nel comune sentire siamo saldamente ancorati a stereotipi che mal sopportano l’intercambiabilità dei ruoli, c’è poco da fare, dobbiamo attendere cambiamenti legati a fattori esogeni (leggi crisi). Nelle prossime ore sentiremo parlare di parità e violenza sulle donne. Tralascio la sin troppo ovvia condanna verso tutte le brutalità alle quali la cronaca ci ha abituato, mi limito ai risultati di questa ricerca e mi domando: non sarà che le donne ci mettono un po’ del loro per farsi del male?

Comments (3)

  • Quando l’identità riconosciuta è debole anche essere “regine della casa” ha comunque un suo valore. Del resto nelle società contadine il governo della casa era un ruolo di importanza fondamentale e immagino, ma non sono un antropologo, che certi paradigmi culturali sopravvivano ben più a lungo, magari in modo inconsapevole, della loro operatività concreta.

  • Io sono cresciuta in una famiglia tradizionale: mio padre faceva l’impiegato e mia madre era casalinga. Mio padre ha smesso di fare l’impiegato ed è andata in pensione, mia madre in pensione non ci è andata mai. Continua ad essere un’efficientissima casalinga, anche se il nido vuoto fa in modo che abbia cessato di occuparsi della cura dei figli. Ho interiorizzato quindi un modello femminile in base al quale la cura della casa è una cosa basilare, anche se la mia condizione prevede che io lavori 50 ore alla settimana fuori casa. Attualmente vivo col mio compagno, non abbiamo figli e lui in questo momento non sta lavorando. A dire il vero, è da circa due anni che il suo reddito è instabile, mentre io ho sempre conservato un’occupazione. Quando lavoravamo entrambi, dividevamo i compiti domestici e le responsabilità relative alla gestione della casa: ammetto di aver faticato nel delegargli parte del lavoro, per le resistenze culturali di cui io stessa sono impermeata. Ho lavorato su me stessa, e per non impazzire fra lavori domestici ed extra-domestici, ho imparato lentamente a delegare e a condividere. Devo dire che lui ha risposto a tutto ciò con impegno, e io ho resistito dallo squalificarlo quando le cose non erano fatte rapidamente, in modo preciso secondo i “miei” schemi. Ho cercato di dargli tempo e ho cercato la sua alleanza, non il conflitto e non la competizione. Non è stato facile. Queste fatiche mi hanno ripagato, perchè adesso che lui è a casa e io continuo forsennatamente a lavorare, ho imparato a delegare nella quasi totalità. Continuo a fare la spesa io, per una questione pratica (i supermercati sono vicino al mio posto di lavoro) e per un piacere personale. Ma lui pensa alle pulizie, e al bucato. Io scelgo di curare l’alimentazione dei nostri gatti, ma è lui che pulisce le loro lettiere. Il clima è sempre quello dell’alleanza e io ho scoperto il piacere del rasserenarmi, anche senza avere tutto sotto controllo fra le mura domestiche. E in tutto questo, anche se non siamo sposati abbiamo una gestione finanziaria comune che non prevede di verificare “chi porta tot soldi a casa a fine mese”. Le nostre risorse sono, appunto, “nostre”. E tutto questo è avvenuto proprio quando il suo lavoro è diventato discontinuo, perchè prima di ciò avevamo conti separati e contribuivamo entrambi alle spese. Certo, lui non è felice della sua condizione di lavoratore inoccupato, ma reagisce come può. Cerchiamo di vedere il lato positivo: viviamo con meno soldi a fine mese, ma abbiamo più tempo per noi perchè lui fa i lavori domestici durante la settimana e il weekend è tutto per noi. E’ una cosa che non manco di sottolineare e apprezzare, perchè sulla base di questa cooperazione si fonda la serenità della nostra coppia.

  • Ciao a tutti, io penso che vada bene tutto, purchè non ci sia qualcuno a rimetterci. Mi spiego. Qualsiasi essere umano ha diritto a perseguire un equilibrio e, potendo, costruirsi una vita serena, raggiungibile anche tramite un equilibrio lavorativo/economico. Visto che parliamo di donne, se una donna vuole fare la casalinga, va benissimo. Se vuole fare la manager: va benisismo. Quello che mi colpisce per la sua anacronisticità e limitatezza è che sia qualcunaltro dall’esterno, tipicamente il partner, o la stessa familgia, a decidere che la “DONNA” non possa fare tutto, a volte anche colpevolizzandola. Non è giusto! Una famiglia è una piccola comunità, sarebe corretto ed auspicabile che tutti i doveri fossero condivisi e divisi in maniera più o meno equa. Non trovo giusto il sacrificio, deciso da altri e non trovo giusto che la società e il senso comune continui incondizionatamente a proporre modelli di donne casalinghe. Guardiamo alle pubblicità dei detersivi… tranne la pubblicità di un noto anticalcare per i sanitari, io vedo oslo donne, mamme, super belle e in forma, che si occupano dei fligli e della casa… cioè: non siamo negli anni ’60! Siamo nel 2013, le cose sono cambiate, occuparsi solo della casa, o peggio, lavorare 8-10 ore e poi tornare a casa e avere sulle spalle tutto il resto, non può essere la regola! Io dico che bisogna avere diritto di decidere, laddove possibile e non dovrebbero esistere tutte le epressioni socio/psicologiche che ahimé esistono e persistono tutt’oggi.

    Auguri Donne
    Valentina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cookie Policy | Privacy Policy

© ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - Milano - TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24 - info@este.it - P.I. 00729910158

logo sernicola sviluppo web milano