Mi presti le tue scarpe?

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Si dice che per capire davvero gli altri dobbiamo sforzarci di entrare nei loro panni.Per essere sicura che i dipendenti dell’azienda di cui è responsabile delle risorse umane, Koelliker Group, non si limitassero alla metafora ma si calassero davvero nei ‘panni’ del colleghi, Marta Signore, all’edizione bolognese del nostro evento dedicato al Benessere ha raccontato del progetto realizzato: One Week In Your Shoes, ovvero come star bene nei panni degli altri. Per migliorare la collaborazione, comprendere le esigenze e i problemi degli altri, cosa c’è di meglio di vestire i loro panni? Una sorta di job rotation diffusa per aumentare la consapevolezza dei ruoli, degli sforzi che ognuno è chiamato a fare per raggiungere gli obiettivi. Solo se si sperimenta, se pur per un tempo limitato, il ruolo dell’altro, si possono comprendere le difficoltà che le persone che lavorano nella scrivania di fianco a noi devono affrontare. Solo così sapremo aiutarle quando davvero hanno bisogno, solo così daremo un aiuto apprezzato aumentando l’efficacia della squadra. Complimenti a Marta per l’idea. Un’idea da copiare, anche in famiglia. Questo fine settimana alla Triennale di Milano si è parlato di lavoro femminile. Assisto a un dibattito dedicato all’economia preceduto da un esilarante quanto drammatico dialogo a più voci, una riflessione sulle contraddizioni che ancora oggi affliggono le donne. Dai colloqui, dove la paternità è simbolo di stabilità mentre la maternità è, ancora oggi, un pericoloso attentato alla produttività, al costante senso di inadeguatezza che spinge molte donne a rinunciare ad avanzamenti di carriera o alla maternità. Per mettere insieme tutte e due le cose ci vuole una super eroina. Comunque, per tornare alla riflessione iniziale, e cioè allo scambio dei ruoli, mi sembra un’eccellente idea. Dovrebbe essere obbligatorio, un papà dovrebbe ‘giocare’ a fare la mamma per un periodo ragionevolmente significativo, e la mamma dovrebbe provare a fare il papà. Così, giusto per capire cosa significa convivere con un affollamento di pensieri che ti tiene sempre in allerta. In fondo questa cosa dello scambio dei ruoli ha radici antiche: l’indovino Tiresia, tramutato da uomo a donna, pare abbia apprezzato la condizione femminile. Ecco, per il benessere di tutti, l’esperimento che la coraggiosa Marta ha fatto nella sua azienda, dovremmo cercare di farlo anche noi, nelle nostre aziende e nelle nostre case. Patrizia Grieco, Presidente di Enel, ha sottolineato che è forse arrivato il momento di superare la logica del modello maschile e del modello femminile. Dobbiamo cercare un nuovo modello per l’essere umano e fare uno sforzo collettivo per cambiare la società nella quale viviamo. Il primo sforzo potrebbe essere proprio entrare nei panni dell’altro. E se vediamo che non stiamo proprio a nostro agio, chiediamoci perché.

 

Commento

  • Grazie Chiara, per avermi citata e definita “coraggiosa”. In effetti non è facile portare avanti iniziative di questo tipo, che per quanto siano a costo (quasi) zero, incontrano sempre molti motivi per arenarsi… La cosa che mi ha aiutato, è stata la condivisione e l’allinemanto di intenti con il resto del management… che – guarda un po’ – è tutto maschile. Siamo in dodici (compreso il capo) e sono l’unica donna. Ma vi devo dire che questa situazione ha anche i suoi vantaggi! Quanto meno vengo ascoltata, e i “ragazzi” hanno imparato a fidarsi di me e delle mie iniziative… Da sola, senza il loro sostegno, sarebbe ancora più difficile. Tornando allo scambio di scarpe: lo consiglio davvero a tutti!!

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