Le fabbriche e le donne

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Se potessi, vorrei avere per un’ora al giorno il cervello di una donna. IMG_7182Queste le parole che pronuncia Giovanni Rana nel corso del nostro colloquio. Lo incontro a Matera in occasione di un evento organizzato da una associazione locale, Manifattura delle Idee, e abbiamo modo di parlare delle difficoltà del fare impresa, di innovazione, di sfide future. Quando deve raccontare la sua storia, da dove è partito, è alle donne che va il suo pensiero. Molti anni fa aveva intuito che un prodotto che si cucinava in fretta avrebbe avuto un grande successo. E così è stato. Sul finire degli anni ’60 molte donne hanno iniziato a lavorare fuori casa e avevano bisogno di un prodotto che si cucinasse rapidamente. Consapevole di questo bisogno, Giovanni Rana ha chiesto alla madre un motorino per recapitare la pasta fresca a domicilio. La storia gli ha dato ragione. Accanto al forno di famiglia, tutt’ora produttivo e gestito dal nipote e dalla moglie, oggi l’azienda può contare su 6 siti produttivi e un fatturato di oltre 500 milioni di euro. Dalle esigenze di conciliare il lavoro con la famiglia è partita l’avventura imprenditoriale di un’azienda oggi presente in 38 Paesi. E, candidamente, Giovanni Rana dice che vorrebbe avere, anche solo un’ora al giorno, il cervello di una donna. L’ammirazione per il genere femminile sembra autentica. Nel corso della chiacchierata invita gli imprenditori a non mollare, hanno la fortuna di vivere in una terra benedetta e, soprattutto ai giovani, dice di specializzarsi e guardare quel che succede fuori dall’Italia. Il nostro è un Paese piccolo, fuori c’è un mondo pieno di opportunità. Ad ascoltare il nostro colloquio, in prima fila, siede un imprenditore della zona, che la mattina ci ha aperto le porte del suo stabilimento, Pietro Di Leo. L’azienda ha radici antiche: l’albero genealogico che, con orgoglio, mi viene mostrato fa risalire l’attività di panificatori al lontano 1600. Oggi l’azienda produce biscotti e, in anni difficili, registra tassi di crescita importanti. Nel reparto produttivo saltano agli occhi ordine e pulizia. L’azienda è stata una delle prime ad eliminare l’olio di palma dalla propria produzione e oggi, accanto a prodotti dolciari più tradizionali ha messo sul mercato biscotti integrali, per meglio assecondare le richieste di consumatori che cambiano abitudini alimentari. Nella linea produttiva, dall’impasto al confezionamento, il prodotto non viene in contatto con alcun addetto. La produzione punta su qualità ed efficienza, caratteristiche che il nostro imprenditore considera irrinunciabili. Per questo, mi spiega, ha deciso di affidare la responsabilità della produzione a una donna. Si fida delle donne, alle quali ha affidato altre funzioni chiave, marketing e qualità. Nel nostro Paese sono tante le aziende così, guidate da imprenditori che puntano all’eccellenza. Sono storie che a noi piace raccontare, per questo ci troviamo mercoledì 8 giugno a Bologna per la seconda delle cinque tappe del nostro ciclo di eventi FabbricaFuturo.

L’agenda al link http://www.este.it/eventi-per-data/198-fabbrica-futuro-bologna-2016.html#programma

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