Corri piano

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Ore 19, ricevo messaggio da amica runner: ‘Andiamo?’. Rispondo: ‘ok tra un’ora sotto casa mia’. Esco dall’ufficio, vado a casa, organizzo la cena per i miei figli, mi cambio, scendo. Corriamo un’ora e rientriamo. Sono quasi le nove. Dopo la doccia vado in cucina e mi guardano i resti di un’insalata di peperoni. Andrea incalza: ‘Mamma, mi fai la cioccolata?’. ‘Un attimo tesoro, non ho ancora mangiato – ribatto – tra un po’ arrivo… Mangio gli avanzi di peperone e intanto realizzo che non sarò a casa per cena la sera dopo quindi meglio se mi porto avanti. Mentre finisco il peperone preparo qualche involtino che metto in padella. Per il giorno dopo andrà benissimo. ‘Mamma, la cioccolata?’. ‘Tesoro, finisco di preparare gli involtini, ti ricordi che domani non ci sono?’. Spruzzo un po’ di marsala in padella e arrivo con la cioccolata. Nel frattempo entra in casa il fratello dagli allenamenti di basket, lo interrogo già al citofono: ‘Giovi sto facendo la cioccolata per tuo fratello, la vuoi anche tu?’. ‘No no, sono stanco vado a dormire’. Perfetto. Cioccolata ad Andrea, involtini non andati arrosto – la cena per il giorno dopo è salva – c’è ancora spazio per manicure. Sono passate le 23. Giovanni spunta dalla sua camera. ‘Non riesco a dormire, mi faresti la cioccolata?’. Domanda retorica. Sono già lanciata verso la cucina con pentolino e polvere di cacao. Intanto che la miscela si addensa controllo le ultime mail e poi anch’io vado a dormire.

Questa mattina, 8 marzo, ore 7.55, l’amica runner ri-scrive. ‘Andiamo’? Beh ieri sera ho fatto un po’ tardi ma sono già sveglia, perché no. Riusciamo a correre e contemporaneamente chiacchierare per un’ora – i prodigi del multitasking – e parliamo del tempo, del tempo che corre veloce – dico spesso che mi pare di stare seduta su un treno ad alta velocità e ho la sensazione che la vita mi scorra davanti – del tempo che non basta mai. Va bene correre, ma che tutta la vita sia costellata da ritmi incalzanti forse è il sintomo di qualcosa che non va. Possibile che la nostra vita sia costantemente piena di cose da fare al punto che ci sentiamo in colpa quando la nostra agenda è vuota e non abbiamo niente da fare? Tempo e denaro vanno a braccetto, per questo quando non facciamo nulla abbiamo l’impressione di sprecarlo. Anche le nostre organizzazioni hanno sempre premiato il tempo passato in azienda, senza una stretta correlazione con i risultati. Per questo gli uomini hanno sempre guadagnato di più, perché hanno storicamente avuto più tempo a disposizione. E il risultato è un pay gap che ha raggiunto livelli di guardia. L’ha calcolcato l’Eurostat: per ogni 1.000 euro guadagnati da un uomo, le donne devono accontentarsi di 550, ed è sul divario salariale che si concentra il dibattito in queste ore.

Tornando al multitasking, è una trappola della quale ci dovremmo, forse, liberare. Ci siamo abituate a fare più cose insieme, ci sentiamo bene quando andiamo di fretta, siamo soddisfatte se rispondiamo a una mail mentre giriamo il sugo. Rettifico. Io e la mia compagna di corse ci sentivamo forse così qualche anno fa. Ora no. Ora cominciamo a farci qualche domanda su senso. Stiamo bene, facciamo un lavoro che ci piace ma ci manca sempre il tempo, anche al telefono siamo di fretta. Se andare veloci è un segno di prosperità e produttività allora rallentare è lusso. Che forse dobbiamo imparare a capire come concederci. Questa la riflessione che mi sento di condividere. In questo 8 marzo mettiamo da parte il multitasking, facciamo un po’ meno – partendo dalle cioccolate ai figli, che se la possono fare anche da soli, qualche volta – cerchiamo di condividere gli impegni quotidiani un po’ di più e lavoriamo sui risultati. Questo ‘glass ceiling’ che incombe e ostacola le carriere, mal pagate, delle donne può infrangersi forse partendo anche da qui.

Commento

  • É proprio necessario, e opportuno dal punto di vista educativo, dire di sì ad ogni richiesta dei figli? Diciamo di sì alle loro richieste o a nostri anche impliciti bisogni/sentimenti?
    Anche per questo: w le mamme!

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